sabato 1 maggio 2010

Tri pila iavi u poccu


Gentilissima redazione di Fucularus,
sono un vostro assiduo lettore, pensate che quando non trovo la vostra rivista in edicola mi metto a guardare il sole e ottengo la rivelazione che fa luce, mi metto sotto la pioggia e mi accorgo che mi bagno, guardo un lapone volare e vedo che vola.
La mia domanda è: "perchè si dice tri pila iavi u poccu?"
Giuditto

Caro Giuditto, ci fa piacere che ci leggi tanto e che quando non puoi ottieni comunque le risposte ai grandi misteri che costellano la nostra esistenza.
Oltre che sulla rivista rispondiamo volentieri alla tua domanda su queste pagine.
Pare che il detto fosse stato pronunciato per la prima volta nel 1386 da Iaffiuccio Da Trecastagni, allievo del sommo Maestro Tubertino Di Coloricchio.
Allora i grandi pittori solevano allevare in casa i maiali dai quali prelevare la materia prima per i loro pennelli. Ciò portava a dei vantaggi innegabili dato che potevano ottenere tutte le varie dimensioni a seconda del tipo di pittura.
Pare che durante i lavori di un importantissimo affresco il Maestro, dovendo dipingere i peli della bioscia della Dea Clitori, ordinò al suo allievo di fabbricare all'istante un pennello con 4 peli.
Dopo parecchio tempo Iaffiuccio Da Trecastagni tornò trafelato e disperato esclamò: "Maestro, tri pila iavi u poccu!"

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