sabato 8 maggio 2010

I misteri di Pecorelle: lo Yeti esiste?

Caro Prof.Giacuzzo, mi chiamo Lucio Brillatigna e vivo a Ragalna, dove nacqui 56 anni fa.
Sono proprietario di una friggitoria di peripoccu e nel tempo libero leggo Fucularus o gioco a bruciare elenchi telefonici con la lente d'ingrandimento.
Lei che mi sembra un luminare, credo sia il più propenso a darmi la risposta che da tempo cerco.
Ma lo yeti esiste per davvero?
La ringrazio e le auguro un lieto week end.

Lucio

Caro amico Lucio, la tua letterina mi è sembrata molto intelligente e rispondo subito, anche se devo rimproverarti perchè non ho mai venduto lumini e spero che la tua non sia un'offesa.
Per quanto concerne lo yeti posso raccontarti una cosa che mi capitò 36 anni addietro quando andai sull'Etna coi miei compari Sparacino, Valdino e Cocimo per raccogliere castagne.
Era più o meno l'orario dello scurare e Sparacino era abbrancicato su un piede di castagne, allippato ai rami come una signa.
Io e Cocimo allinchevamo i sacchi della munnizza ed avevamo accucchiato almeno, senza esagerazione, 200.000 chili di castagne!
Nel frattempo che Cocimo sistemava i sacchi nel cofano, io ci dicevo a Sparacino: "Scendi bestia che si sta facendo buio e  tu sei miope e va a finire che cogli qualche scutuzzo per sbaglio!"
Ma siccome lui era anche mezzo sordo, non sentì e rimase sul castagno. Mentre io tentavo di scarrammarlo con un pezzo di lapazza, Cocimo rimase da solo.
Ad un tratto sentii che Cocimo gridava "Aiuto Giacuzzo, Sparacino, aiuto! Minchia che bruttu, aiuto!".
Pensai che Cocimo aveva preso un pizzirè ma poi mi ricordai che era tecnicamente impossibile essendo in montagna e mi buttai dall'albero per andarci incontro. Sparacino mi seguì (finalmente!).
Arrivati da Cocimo, notammo che era pallido e si era fatto la pipì d'incollo e tremava come una tremolina.
E ci raccontò che era uno yeti tutto piluso e con gli occhi a tipo spiddo che faceva "Uuuuuuhhh! Uuuhhhhh!" che ci aveva dato un tombolone e poi si era ammucciato.
Ora, siccome dentro la macchina c'era anche Valdino che gli scappava di pisciare e la stava facendo nel thermos perchè fuori c'era freddo, lui che aveva il vizio di portarsi la macchina fratografica ovunchi, ci scattò una foto allo yeti.
All'indomani la sviluppammo da Marchese ed ecco il risultato.
Non so se lo yeti è così, a me l'hanno descritto in questo modo...ma ci noto una assomiglianza con il padrone dell'appezzamento di castagni dove eravamo andati a raccogliere. Dice che alcuni volti gli yeti hanno sembianzi umani.
Cordiali saluti.

Prof.Giacuzzo

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