venerdì 7 maggio 2010

Tiri peti spesso?

Ci scrive Saridda Fazzufetu da Fiumedinisi.

Cara zia Lucia, quando ero piccola, mio papà e mia mamma mi dicevano che non è educato scorreggiare a tavola e nemmeno davanti alle persone. Quando andavo a trovare la Famiglia Senzacesso, loro invece scorreggiavano come tanti beduini, tranquillamente. Mi chiedo se si può o se non si può. Inoltre, siccome so che ne sai tante, mi potresti dedicare una poesia dialettale sul pirito? Grazie e bacioni.

No, Saridda, le buone maniere impongono di non scorreggiare in pubblico, ad eccezione se ti scappa... e pazienza! Se tutti lo facessero, altro che buco nell'ozono! Pensa inoltre se hai mangiato carciofi con la mollica, bastardi affogati o cipolle infornate!
A questo punto mi chiedo a cosa ti serva la poesia, ma suppongo sia un'esigenza culturale e ti accontento subito con questa poesia tradizionale, tramandata dallo zio Cosimo.

Na vicchiaredda ca cacava fora
cu 'n piritu rumpìu na quattara
e di lu fetu, mossi na cagnola.

S'affaccia so maritu 'cca cucchiara:
-Senti, a muggheri, chi fonu trona?
-No, fonu i carduni di la chiana
chiddi ca ni mangiamu ora ora..!

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Ciau, gioia.

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