mercoledì 28 aprile 2010

Esclusivo: intervista al crispellaio



Intervista esclusiva di PecorelleBlog a Jano Calvagna, crispellaio da dodici generazioni che esercita in una segretissima zona periferica di una segreta località periferica del Sud Italia.

D: Fare il crispellaio oggi, con la crisi che c'è, comporta le stesse soddisfazioni di una volta?
R: Mah! Veramente non mi sono mai fatto i conti ma ad occhio e croce ci escono i soldi per pagare la fetta di carne per mangiare.

D: Quindi i guadagni sono notevoli?
R: Ma mi scusi, lei li sta notando i guadagni? Non è che io li scrivo e li mosstro al pubblico! No, non sono notevoli, se poi lei è impacciddero e si mette a taliare quanti clienti spiccio, certo che diventano notevoli.

D: Qual è il segreto per fare delle ottime crispelle?
R: Avanzi tutto l'olio! Deve essere quello dell'ugghiularo e non quello del supermercato che ci mettono d'oliva e invece è a tipo del tuffo!

D: E per riempire le crispelle?
R: Ci vogliono cose internazionali! Le anciove devono essere quelle del cugnetto perchè quelle nella lanna fetono. La ricotta la vado a comprare da Nzino Lovvu, ad Aidone, che è la migliore di unni jè!

D: In quanti siete a lavorare nel suo esercizio?
R: C'è Arazio che spicchia le anciove, Nino che arrimina la ricotta, Nitto che ci butta l'olio nella crispelliera, Giovanna che impasta, Turi Bumma che le riempie, Gino Matelicu che le gira e le volta nella pignatona e io che sto alla cassa. A confezionare ci pensano Bollacia e Annaliffia che stanno al bancone.

D: Cosa consiglia ai giovani che vogliono fare il suo stesso mestiere?
R: Itavinni a fari scippi ca è megghiu! Arivedecci!

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